Al giorno d’oggi è di vitale importanza pensare alla sostenibilità ambientale in agricoltura!
Infatti noi agricoltori abbiamo il dovere di tutelare la nostra terra, bene primario, vulnerabile ed irriproducibile; ciò implica la necessità di instaurare un equilibrio tra input-output, ovvero tra il consumo di risorse e la loro rigenerazione, cosi come tra la produzione di inquinanti e la loro naturale eliminazione.
Il metodo di coltivazione biologico è solo il primo paso verso tali principi, infatti se ci poniamo come obbiettivi imprescindibili il miglioramento delle condizioni chimico-fisiche del terreno (sempre più povero e sfruttato), il rispetto e la miglioria degli habitat ed ecosistemi naturali e la produzione di materie prime di qualità ed il più “naturali” possibili, possiamo soddisfare le condizioni per cui la generazione attuale possa appagare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.
Ad oggi possiamo dire di aver compreso a fondo l’importanza che assumono alcune tecniche agronomiche nell’ottica della sostenibilità ambientale quali: reimpiego di materiale organico che veniva considerato di “scarto” (potature, resti colturali, sfalci), sovesci, lunghe rotazioni colturali, abbandono di pesticidi e concimi di sintesi, allevamenti all’aperto ed a basso impatto ecc.… a tutto ciò va affiancato l’uso delle migliori e più moderne attrezzature meccaniche così da poter ridurre al massimo le emissioni di CO2, gli sprechi e le lavorazioni superflue o poco precise.